venerdì 27 luglio 2012

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giovedì 26 luglio 2012

Mi porto a spasso la barca

Annina nel suo viaggio inaugurale
Avere una barca carrellabile come l' Explorer 20 , è sicuramente un vantaggio. La puoi portare con te in vacanza o rimessarla in inverno fuori dall'acqua , risparmiando a volte anche sul costo di ormeggio . Districarsi nel dedalo delle normative con la scelta del giusto carrello non è semplicissimo, ed essendoci già passato mi sento in grado di dare qualche suggerimento. 

Innanzi tutto dobbiamo considerare il peso della barca con tutto quello che vi trasporteremo :
L'explorer 20 ha un peso dichiarato dal cantiere di 800 kg . a cui dobbiamo aggiungere circa 100 \ 150 kg di Selle per l'invaso , a cui si sommano le dotazioni di bordo che trasporteremo, Vele, parabordi, taniche carburante, motore fuoribordo, salvagenti, cuscinerie  ecc per una stima di circa 200\ 250  Kg ( se vi sembra molto provate a pesare il vostro materiale ) , per un totale da rimorchiare di circa 1100 \1200 kg .

 La patente B autorizza a guidare un veicolo con un peso complessivo fino a 3500 kg.
- anche se trainante un rimorchio leggero (fino a 750 kg a pieno carico)
- anche se trainante un rimorchio non leggero con massa a pieno carico non eccedente la massa a vuoto della motrice e tale che la somma dei pesi a pieno carico dei due veicoli (motrice + rimorchio) non superi le 3500 kg

in base al punto 6.2.4. del Decreto Ministeriale del 28.05.1985, i rimorchi T.A.T.S. possono essere trainati da motrici aventi massa rimorchiabile inferiore al peso complessivo massimo in quanto all’atto dell’omologazione del rimorchio vengono assegnate due masse complessive, una minima ed una massima.
Per i rimorchi TATS, quindi, il peso complessivo (ai fini della verifica su strada atta a determinare l’idoneità della massa rimorchiabile del veicolo trattore) si determina attraverso pesatura.
Traducendo il burocratese, il peso del rimorchio ( carrello + selle + barca + eventuali atrezzature ) non dovrà superare quello della motrice vuota,( valore che si legge sul libretto )  ed il peso complessivo della motrice + rimorchio non deve superare i 3500 kg . TENENDO PRESENTE CHE DAL GENNAIO 2013 IL PESO COMPLESSIVO VERRA' INNALZATO A 4250 KG.

Per il trasporto nautico il carrello sarà un TATS che è un rimorchio stradale soggetto ad immatricolazione, cioè con carta di circolazione e targa propria. L'acronimo T.A.T.S. sta per Trasporto di Attrezzature Turistiche e Sportive. Dovrà essere frenato, monoasse o a due assi. Sostanzialmente al di la del marchio di vendita , i carrelli si dividono per dimensione e peso trasportabile. Considerando i calcoli di peso stimati per il nostro Explorer20, ci occorre un carrello con peso complessivo tra i 1200 \ 1500 kg con una portata utile di 1000 \ 1200 kg  ( la portata utile sottrae la tara ovvero il peso del carrello stesso ).

Riassumendo che la massa complessiva motrice + rimorchio  NON dovrà superare i 3500 kg , e che la motrice NON dovrà essere di peso inferiore al peso complessivo del rimorchio possiamo fare un semplice calcolo :

Ipotesi di un carrello di 1500 kg  ( con portata utile di circa 1100 Kg )
Kg 3500 - Kg 1300 =  2200 Kg
 la nostra autovettura dovrà avere una massa rimorchiabile ( vedi libretto ) compresa tra i 1500 e 2000 kg. oltre i quali necessita la patente BE .

RICORDO che dal gennaio 2013 la somma complessiva auto + carrello passerà dai 3500kg ai 4250 kg , aumentando di conseguenza il range d'azione, specie per le auto più pesanti tipo Suv \ furgonati , che con la legge attuale sono penalizzate pur essendo più sicure nel rimorchiare.

I carrelli in commercio si dividono in monoasse ( due ruote  ) o con doppio asse ( quattro ruote ).
 Per la nostra barca i carrelli monoasse sono generalmente compresi tra i 1200 \ 1500 kg con una tra sui 350 kg per cui possono trasportare pesi tra 850 \ 1150 kg ( siamo al limite )
il Doppio asse partono da pesi minimi superiori e per il nostro uso possiamo valutare il range tra 1600 \ 1800 kg con portatta utile tra i 1050 kg e i 1250 kg
( dati rilevati dal catalogo di una nota casa produttrice )
Per l' Explorer 20 il monoasse è sufficente , ma se avete intenzione di fare lunghi viaggi e la vostra motrice ve lo permette il doppio asse sarà sicuramente preferibile.

Ho cercato di semplificare il discorso, per far comprendere meglio quello che a suo tempo,  con fatica, ho cercato di assimilare. In Italia purtroppo le normative sono piene di insidie e controversie, per cui prendete questo articolo come spunto di riflessione, e declinando qualsiasi responsabilità , vi invito in caso di acquisto a rivolgervi a concessionari qualificati e di consultare in caso di dubbio il sito del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.  ( nel caso " GUERRA e PACE sia il vostro romanzo preferito ) .....

lunedì 23 luglio 2012

Effetto Favonico

Prima di una veleggiata , è mia abitudine informarmi sulle previsioni del tempo. Sul web i siti dedicati sono numerosi ed abbastanza precisi, per cui con la dovuta attenzione, risulta difficile trovarsi impreparati. Sul lago di Como, dove navigo abitualmente, vengono a volte previsti i cosi detti EFFETTI FAVONICI . Gli esperti di metereologia sapranno perfettamente di cosa si tratta, ma per i meno " eruditi " in materia ecco dal forum di  meteonetwork una spiegazione sintetica ma precisa del fenomeno, che a vela può creare qualche insidia. Per cui se mai vi trovaste tra queste perfide correnti d'aria, prendete una bella " mano " alla randa , che male sicuramente non farà.



Il favonio è uno degli effetti più caratteristici delle zone che si trovano vicine a catene montuose.
Quando masse d'aria attraversano catene montuose, alcune grandezze fisiche subiscono delle modificazioni.
Quello che più colpisce l'osservatore è la variazione repentina della velocità del vento che si presenta anche irregolare e con raffiche che possono talvolta risultare molto forti. Spesso si osserva poi anche un incremento della temperatura.
Si è quindi portati a pensare che il favonio (o fohn) sia un vento caldo.
In realtà il favonio è un EFFETTO e non un vento.
Questo effetto (meglio sarebbe definirlo effetto favonico) si crea ogni volta che una massa d'aria è costretta ad attraversare una catena montuosa (Alpi, Appenini, Ande, montagne Rocciose, ma anche catene minori e di modesta elevazione).
Quindi la massa d'aria sulla quale si crea l'effetto è già in movimento.
I venti vengono classificati in funzione della direzione di provenienza.
Nelle nostre zone possiamo avere effetti favonici su tutte le correnti che hanno componente settentrionale (maestrale, tramontana e grecale).
Se, ad esempio, la massa d'aria che attraversa la catena alpina proviene da N siamo in presenza di correnti da tramontana.
In questo caso è più corretto parlare di effetto favonico su correnti da tramontana piuttosto che di fohn.
Molte volte l'effetto favonico non è accompagnato da un incremento della T o del vento.
Effetti simili a quelli favonici possono presentarsi anche su masse d'aria inizialmente ferme.
Spesso in inverno sono frequenti fenomeni di flusso di compensazione (meglio conosciuti col termine di gap flow) tra opposti versanti della catena alpina.
Può accadere infatti che a nord della Alpi sia presente aria più fredda (quindi più densa) nei bassi strati a causa del persistere di inversioni termiche e quindi si crea un gradiente barico tra i due versanti. Quando lo strato di aria fredda raggiunge la quota dei passi tende a colare lungo il versante sudalpino in quanto più pesante dell'aria circostante. Questo fenomeno è frequente ad esempio al passo del S. Bernardino.
Durante il percorso l'aria si riscalda per effetto della compressione adiabatica (la T aumenta di 1°C ogni 100 m di dislivello) e NON per effetto dell'attrito!
Tali correnti vegno anche definite catabatiche.
La grandezza che meglio evidenzia la presenza del fohn è la temperatura di rugiada, in quanto dipende esclusivamente dalla natura della massa d'aria. Quando irrompe "aria favonizzata" generalmente entra una massa di aria con caratteristiche diverse da quella preesistente (spesso è aria stagnate da più giorni sul catino padano). In generale le correnti provenienti dai quadranti settentrionali sono più fredde e secche e quindi hanno una temperatura di rugiada molto bassa e inferiore a quella dell'aria stagnante.
Ecco un esempio pratico: Calo drastico della temperatura di rugiada (o dew point temperature) in occasione di un recente espisodio di effetto favonico
Si nota il drastico calo da circa 17°C fino a -2°C.
Gli effetti sulla temperatura non sono così evidenti come in occasione di altri eventi
si nota in questo caso specifico un rinforzo del vento che però non risulta forte (velocità inferiore a 20 km/h).